Come già spiegato, le leguminose sono importanti perché catturano l'azoto presente nell'atmosfera e lo fissano nel terreno, rendendolo disponibile per le coltivazioni successive (vedi qui).
Inoltre forniscono un raccolto commestibile e commercializzabile.
Piselli nani dolci di Provenza
Per coltivare i piselli in aridocoltura è necessario utilizzare varietà nane ed a maturazione precoce.
La varietà da noi preferita è il Pisello nano dolce di Provenza (che permette la raccolta dopo soli 60 giorni).

E' necessario utilizzare delle aiuole non pacciamate (“a terra nuda”) e quindi bisogna ricorrere dapprima alla zappatura superficiale del terreno (vedi paragrafo) e successivamente alla sarchiatura periodica (vedi paragrafo) che può essere limitata ai primi periodi di crescita delle piante, perché poi le stesse piante con il loro fogliame contrastano le erbe infestanti.
Questa varietà di piselli può essere seminata in due periodi:
1. Semina primaverile, nei mesi di febbraio, marzo e aprile
Seminarle ogni mese in un'aiuola diversa permette di avere dei raccolti continui per alcuni mesi.
Per avere la sicurezza di germinazione e sopravvivenza delle piante si consiglia eseguire la semina in coltura protetta (vedi paragrafo) e quando le piantine raggiungono l'altezza di 10-15 cm (cioè dopo 11-12 giorni) si possono trapiantare nel terreno.
Si ricorre al trapianto in file, facendo con una zappetta a cuore un solco nel terreno, depositando dentro al solco le piantine a circa 5 cm di distanza l'una dall'altra ed infine ricoprendo manualmente le loro radici con la terra.
La distanza tra le file deve essere di circa 25 cm.
E' consigliabile trapiantare le piantine in una settimana piovosa, oppure innaffiarle a giorni alterni per una settimana.
Il Pisello nano dolce di Provenza permette un solo raccolto dopo circa 60 giorni dal trapianto (maggio-giugno) e poi lascia il terreno libero e concimato per le semine ed i trapianti del periodo estivo (luglio-agosto): cavoli, finocchi, etc
2. Semina di fine estate (ultima settimana di agosto o prima settimana di settembre)
Per avere la sicurezza di germinazione e sopravvivenza delle piante si consiglia eseguire la semina in coltura protetta (vedi paragrafo) e quando le piantine raggiungono l'altezza di 10-15 cm (cioè dopo 11-12 giorni) si possono trapiantare nel terreno.
Si ricorre al trapianto in file, facendo con una zappetta a cuore un solco nel terreno, depositando dentro al solco le piantine a circa 5 cm di distanza l'una dall'altra ed infine ricoprendo manualmente le loro radici con la terra.
La distanza tra le file deve essere di circa 25 cm.
E' consigliabile trapiantare le piantine in una settimana piovosa, oppure innaffiarle a giorni alterni per una settimana.
Il Pisello nano dolce di Provenza permette un solo raccolto dopo circa 60 giorni dal trapianto (novembre).
In realtà, se coltivati in questa stagione, non sempre le piante arrivano a produzione e spesso la produzione è scarsa, ma nel frattempo hanno concimato l'aiuola nella quale sono stati coltivati e lasciano il terreno libero e concimato per le semine ed i trapianti del periodo di fine inverno / inizio primavera (gennaio-febbraio-marzo): lattughe, carote, barbabietola rossa, etc.
Pisello nano meraviglia d'Italia
Nella semina autunnale dei piselli è bene privilegiare i piselli a grano liscio, che generalmente danno maggiori garanzie di risultato rispetto ai piselli a grano rugoso (tipicamente primaverili).
Inoltre in un orto senz'acqua è bene privilegiare le varietà nane, le quali permettono un raccolto precoce, lasciando libero e concimato il terreno per gli ortaggi successivi.
Per tale ragione la nostra scelta ricade sulla varietà di pisello nano meraviglia d'Italia.

I piselli sono una delle poche specie da coltivare in un orto senz'acqua per le quali è necessario ricorrere alla semina diretta (vedi paragrafo).
Il pisello nano meraviglia d'Italia si semina in ottobre ed in novembre.
E' necessario utilizzare aiuole non pacciamate (“a terra nuda”) dopo aver fatto ricorso alla zappatura superficiale del terreno (vedi paragrafo) e ricorrendo periodicamente alla sarchiatura (vedi paragrafo). In autunno siamo avvantaggiati dal fatto che la pressione delle erbe infestanti è molto ridotta.
Per i piselli si utilizza la semina diretta in file parallele, facendo con una zappetta a cuore un solco nel terreno, depositando dentro al solco i semi a pochi cm l'uno dall'altro ed infine ricoprendo manualmente i semi con la terra.
I piselli si seminano in file parallele distanti 30 cm, in modo da avere spazio per passare col sarchiatore manuale per controllare le infestanti. Questo almeno finché in primavera non emettono un buon fogliame che soffoca le erbe infestanti.
E' necessario seminare dei piselli in una settimana piovosa, oppure innaffiare a pioggia i semi a giorni alterni per una settimana.
Si raccolgono verso aprile, estirpando l'intera pianta e prelevando i baccelli.
Fave NEW
Le fave sono piante originarie del Nord-Africa e, quindi, solo poche varietà tollerano il freddo invernale.
Le grandi aziende agricole che ricorrono alla semina diretta generalmente sprecano un gran numero di semi, in quanto questi non germogliano se il terreno è asciutto o freddo e, quindi, hanno lunghe aree di fallanza nelle file di semina. Questo si trasforma in una perdita economica che, per un agricoltore hobbista o per una piccola azienda agricola, può essere un problema serio.
Per avere buone garanzie di germinazione e ridurre le spese per l’acquisto dei semi, è utile ricorrere alla tecnica della pre-germinazione su canovaccio.
Tecnica della pre-germinazione su canovaccio
Questa tecnica permette di controllare agevolmente i tre fattori critici nella germinazione dei semi (umidità, temperatura ed illuminazione) e quindi permette di risparmiare sull’acquisto dei semi. Inoltre, siccome, si utilizzano solo i semi che germinano, non ci saranno fallanze lungo le file di semina. Si procede nel seguente modo: si mette circa 1/2 Kg di semi in ammollo in acqua appena tiepida per circa 24 ore. Poi i semi si scolano, si pongono in una vaschetta di plastica (delle dimensioni di 60 cm di lunghezza x 40 cm di larghezza x 20 cm di altezza) tra due canovacci bagnati e si mettono in sala termica o vicino ad un termosifone (perché hanno bisogno di temperature di circa 20 - 25° C per germinare). I semi ed il canovaccio devono essere mantenuti costantemente umidi mediante uno spruzzino. Dopo 2 - 3 giorni il 70 % dei semi sviluppa le radichette e possono essere seminati immediatamente. Il restante 30% germina nei 10 giorni successivi. Per tale ragione non devono essere buttati, ma è sufficiente aspettare che germoglino.



Vantaggi della tecnica di pre-germinazione
- Si utilizza un minor numero di semi (quindi c’è un risparmio di soldi nel loro acquisto).
- Si ha la certezza che tutti i semi si trasformino in piantine di fave e quindi si evitano le aree di fallanza lungo le file (dovute a semi che non germogliano: questo accade frequentemente nelle grandi aziende).
- Le piante di fave crescono alla distanza giusta (e quindi non c’è bisogno di alcun lavoro di diradamento mediante scerbatura o sarchiatura).
Classificazione delle fave
Sono numerose le varietà di fave presenti in commercio e quelle che proponiamo si basano sulla nostra esperienza personale. Possiamo distinguere:
1. Fave a semina autunnale
Le principali varietà di fave a semina autunnale sono la Fava Dolce di Calabria, la Fava Reina e la Fava Lunga delle Cascine.
La fava dolce di Calabria ha i baccelli corti, ma resiste bene al freddo invernale anche nel Nord-Italia. Inoltre è più dolce delle altre varietà e non allappa il palato.
La fava Reina ha la caratteristica di far maturare tutti i baccelli contemporaneamente e quindi è più indicata per l’industria alimentare piuttosto che per gli orti familiari o per le piccole aziende agricole.
La fava lunga delle Cascine è molto produttiva ed ha i baccelli lunghi.
Tutte e tre queste varietà si seminano da inizio settembre a fine ottobre. In questo modo le piante diventano abbastanza alte (almeno 15 - 20 cm) già verso novembre, prima che arrivino le gelate e questo permette loro di resiste meglio al freddo invernale. Queste varietà di fave si raccolgono in aprile-maggio. Per seminarle si ricorre ad aiuole a terra nuda (cioè non pacciamate), col trapiantatore foraterra si fanno dei buchi distanti circa 10 cm l’uno dall’altro ed in questi buchi si inseriscono uno o due semi pre-germinati, ricoprendoli con un po’ di terra.
Le fave devono essere seminate molto superficialmente, quindi i buchi devono essere poco profondi, per evitare che, specialmente nei terreni argillosi, i germogli abbiano difficoltà ad emergere e muoiano soffocati. Si possono fare più file parallele di buchi a distanza di circa 30 cm l’uno dall’altro. Quindi, in una aiuola delle dimensioni di 2 metri di larghezza per 14 metri di lunghezza, si possono seminare almeno 4 file di fave. E’ consigliabile seminarle in una settimana piovosa, oppure innaffiare con una doccetta l’area di semina a giorni alterni per una settimana. Poi si possono sospendere le irrigazioni e si possono lasciar crescere in aridocoltura. La piantina della fava emerge entro 3 - 5 giorni dalla semina.

Dopo circa un mese dall’emersione delle piantine è necessario tenere sotto controllo le erbe infestanti mediante scerbatura (cioè estirpazione manuale) o mediante sarchiatura (cioè mediante uno specifico attrezzo detto sarchiatore semplice). Poi il freddo invernale inibisce lo sviluppo di ulteriori erbe infestanti. Il problema si ripresenterà, invece, in marzo.
Il Sarchiatore semplice si utilizza prevalentemente per eliminare le infestanti tra le piante. Lo si appoggia sul terreno e poi si traziona verso se stessi. La lama deve smuovere solo lo strato più superficiale del terreno ad una profondità massima di 1 - 2 cm, in modo da tagliare le piantine delle erbe infestanti sotto il colletto.
Per sforzare il meno possibile la propria schiena è necessario utilizzare un manico molto lungo (circa 170 cm).
Per la parte più periferica dell’aiuola si ricorre ad un sarchiatore di grandi dimensioni (sarchiatore-frangizolle), costituito dall’associazione di un sarchiatore semplice ad una ruota dentata frangizolle.
Questo tipo di sarchiatore si usa spingendolo in avanti, in modo che le ruote dentate rompano le zolle e la lama smuova lo strato più superficiale del terreno ad una profondità massima di 1 - 2 cm. Per sforzare il meno possibile la propria schiena anche in questo caso è necessario utilizzare un manico molto lungo (circa 170 cm).
Fave a semina primaverile
Le varietà a semina primaverile sono numerose, ma le più utilizzate sono la Fava Slonga e la Fava Supersimonia.
Si seminano dalla seconda metà di marzo a fine aprile e si raccolgono in giugno. Sono piante alte circa 1 metro ed il baccello è lungo circa 30 - 40 cm e contiene circa 7 - 9 semi. La fava slonga è meno rigogliosa, meno produttiva (ha i baccelli più piccoli) e, nel nostro clima, più esposta ad infezioni micotiche. La fava supersimonia è più rigogliosa e più produttiva. Sono molto sensibili alle basse temperature: non resistono al freddo invernale e, quindi, devono essere seminate in primavera; inoltre quando in giugno la temperatura supera i 24° C, smettono di produrre nuovi baccelli, i baccelli piccoli tendono a non ingrossarsi e la pianta si secca. Per queste fave a semina primaverile si pone il problema delle erbe infestanti, che in questo periodo crescono rigogliose. E’ consigliabile seminarle in una settimana piovosa, oppure innaffiare con una doccetta l’area di semina a giorni alterni per una settimana. Poi si possono sospendere le irrigazioni e si possono lasciar crescere in aridocoltura. La piantina della fava emerge circa 5 giorni dalla semina.
Raccolta delle fave
La varietà Reina ha la caratteristica di portare a maturazione contemporaneamente tutti i baccelli e, quindi, è più adatta per l’industria alimentare. Tutte le altre varietà maturano ad ondate successive per circa 20 - 30 giorni. Quelle seminate in settembre ed ottobre si raccolgono una volta la settimana in aprile-maggio. Quelle seminate in marzo si raccolgono due volte la settimana in giugno (perché il caldo aumenta la velocità di maturazione). E’ necessario raccoglierle periodicamente, in modo da stimolare le piante a produrne altre ed evitare che i baccelli inizino ad invecchiare. Durante la raccolta è necessario ricordarsi che i baccelli orientati verso l’alto sono immaturi, mentre man mano che aumenta il volume dei semi, il loro peso fa piegare i baccelli verso il basso.

A questo punto i baccelli sono pronti per essere raccolti, ma è meglio palparli per assicurarsi che all’interno i semi siano grossi. Quando il baccello inizia a diventare marroncino, le fave all’interno diventano dure e si possono ancora mangiare, ma devono essere prima sbaccellate e poi decorticate.
Dopo aver raccolto le fave, è necessario controllare la pianta:
- se ha altre fave più piccole → cimare gli apici dei rami (così la pianta si concentra sulla maturazione di questi baccelli);
- se non ha altre fave più piccole → tagliare la pianta alla base ed utilizzarla per pacciamare altre aiuole o metterla nella compostiera.
Una volta raccolti, i baccelli possono essere conservati in frigo al massimo per 5 giorni nel comparto della frutta.
Se i baccelli sono raccolti al momento opportuno, i semi delle fave, dopo essere stati tolti dal loro baccello, possono essere mangiati con il loro sottile guscio protettivo, perché risulta dolce e morbido. Se i baccelli sono lasciati sulla pianta troppo a lungo, la loro superficie tende ad assumere delle sfumature marroncine: i semi al loro interno sono sempre commestibili, ma il sottile guscio che li avvolge diventa spesso e duro e, quindi, devono essere prima tolti dal baccello e poi sgusciati uno per uno.
A fine produzione non bisogna estirpare le piante, ma è meglio tagliarle a livello della base, lasciando la radice nel terreno. Il fusto e le foglie, invece, possono essere utilizzate per pacciamare delle aiuole o possono essere messe nella compostiera.
Ottenere i semi delle fave per una successiva semina:
Raccogliere i baccelli quando sono grossi e maturi (con la superficie che inizia ad assumere un colore marroncino) e lasciarli seccare in un ambiente caldo e secco (es. in una serra o in una sala termica). Quando sono ben secchi e di colore quasi nero si può rompere il baccello e prelevare i semi.
Le principali avversità delle fave
Le fave sono piante abbastanza resistenti e raramente si ammalano. Ma in zone climatiche umide e piovose possono sviluppare delle malattie fungine come la ruggine (puntini rosso-marroncino sulle foglie) e l’antracnosi (aree nere sulle foglie o sul fusto) Entrambe queste malattie fungine si sviluppano quando c’è molta umidità e temperature al di sopra dei 14° C (es. nelle giornate piovose primaverili). In tutti e due i casi è necessario intervenire il più presto possibile con preparati a base di zolfo o di rame. Inoltre bisogna evitare di seminare le fave nelle aiuole dove in precedenza sono cresciute delle biete, in quanto le biete si ammalano molto facilmente di cercosporiosi e le spore di questo fungo rimangono nel terreno e contaminano anche le piante delle fave. Una delle infestazioni più temute è quella degli afidi che invadono i getti apicali della pianta che sono teneri e ricchi di linfa (della quale gli afidi si nutrono). In realtà, nelle fave a semina autunnale (che arrivano a maturazione in aprile) l’infestazione è assente o modesta e, generalmente, non necessita di alcun trattamento. Inoltre, i pochi afidi che compaiono attirano immediatamente battaglioni di coccinelle le cui larve sono ghiotte di afidi e proteggono anche gli altri ortaggi da tale infestazione. Invece, le fave a semina primaverile è più facile che attirino degli afidi che possono danneggiare le piante. Una strategia da noi utilizzata è quella di piantare in alcune aiuole delle fave a semina autunnale ed in altre aiuole delle fave a semina primaverile. In questo modo le fave che arrivano a maturazione in marzo-aprile attirano battaglioni di coccinelle che proteggono poi le fave che matureranno in giugno. In caso di infestazione conclamata di afidi, si può ricorrere alla irrorazione delle piante con macerato di ortica.
Fagiolo nano dolico-pinto (o Fagiolo dall'occhio)
Il Fagiolo Nano Dolico (o fagiolo pinto, o fagiolo dall'occhio) resiste bene alla coltura in siccagno.

Spesso vien definito “fagiolino” e questo termine può generare confusione con i fagiolini mangiatutto. In realtà è un fagiolo vero e proprio ed il diminutivo “fagiolino” è dovuto al fatto che il baccello assomiglia a quello dei fagiolini mangiatutto in quanto è lungo (da 15 a 25 cm) ed è sottile (perché i semi in esso contenuti sono di piccole dimensioni), ma non è “mangiatutto” e deve essere sgranato.
Il fagiolo nano dolico deve essere seminato in aiuole non pacciamate (“a terra nuda”) e quindi bisogna ricorrere alla zappatura superficiale del terreno (vedi paragrafo) e successivamente alla sarchiatura periodica (vedi paragrafo), che può essere limitata ai primi periodi di crescita delle piante, perché poi le stesse piante con il loro fogliame contrastano le erbe infestanti.
Questa varietà di fagioli deve essere seminata nel mese di maggio.
Per avere la sicurezza di germinazione e sopravvivenza delle piante si consiglia eseguire la semina in coltura protetta (vedi qui) e quando le piantine raggiungono l'altezza di 10-15 cm (cioè dopo 11-12 giorni) si possono trapiantare nel terreno.
Si ricorre al trapianto in file, facendo con una zappetta a cuore un solco nel terreno, depositando dentro al solco le piantine a circa 20 cm di distanza l'una dall'altra ed infine ricoprendo manualmente le loro radici con la terra.
La distanza tra le file deve essere di circa 50 cm.
E' consigliabile trapiantare le piantine in una settimana piovosa, oppure innaffiarle a giorni alterni per una settimana.
Se coltivate in aridocoltura, queste piante rimangono cespugliose (mentre se irrigate diventano sarmentose o rampicanti). Tale fenomeno avviene anche se incappano in una stagione piovosa.
La produzione inizia dopo 3 mesi dal trapianto (agosto-settembre) e dura un solo mese.
I baccelli si raccolgono quando raggiungono la piena maturazione ed iniziano a seccarsi: si estirpa l'intera pianta e si raccolgono i baccelli quasi secchi, ma ancora non aperti e si lasciano seccare in un luogo buio e ventilato, poi si sgranano (manualmente oppure mettendoli in un sacco di juta e sbattendoli ripetutamente per terra), quindi si mettono in un sacchetto di plastica in freezer per 24 ore per distruggere il tonchio (che è un piccolo scarafaggio che distrugge i fagioli) ed infine si conservano in un grande barattolo di vetro ben chiuso ed a temperatura ambiente per almeno 2 anni.
Le dimensioni di questi fagioli sono inferiori rispetto ai più classici fagioli borlotti, ma il loro sapore nei minestroni è incredibile.
La loro coltivazione è diffusa principalmente nel meridione ed in Veneto.
In realtà potrebbero essere raccolti anche quando sono ancora filiformi e lunghi circa 7 – 10 cm. In questo caso si possono mangiare come fagiolini mangiatutto ed hanno un sapore molto intenso ed insuperabile. Ma la loro raccolta è difficoltosa, perché tendono a spezzarsi facilmente e, comunque, non c'è richiesta nel mercato.
Fagiolini mangiatutto nani Contender
Tra tutte le varietà di fagiolino mangiatutto preferiamo la varietà nana Contender perché è precoce nella produzione di baccelli e produce fagiolini senza filo.

I fagiolini mangiatutto nani Contender devono essere seminati in aiuole non pacciamate (“a terra nuda”) e quindi bisogna ricorrere alla zappatura superficiale del terreno (vedi paragrafo) e successivamente alla sarchiatura periodica (vedi paragrafo), che può essere limitata ai primi periodi di crescita delle piante, perché poi le stesse piante con il loro fogliame contrastano le erbe infestanti.
Questa varietà di fagioli deve essere seminata nel mese di maggio.
Per avere la sicurezza di germinazione e sopravvivenza delle piante si consiglia eseguire la semina in coltura protetta (vedi paragrafo) e quando le piantine raggiungono l'altezza di 10-15 cm (cioè dopo 11-12 giorni) si possono trapiantare nel terreno.
Si ricorre al trapianto in file, facendo con una zappetta a cuore un solco nel terreno, depositando dentro al solco le piantine a circa 15 cm di distanza l'una dall'altra ed infine ricoprendo manualmente le loro radici con la terra.
La distanza tra le file deve essere di circa 30 cm.
E' consigliabile trapiantare le piantine in una settimana piovosa, oppure innaffiarle a giorni alterni per una settimana.
I fagiolini mangiatutto nani Contender si raccolgono dopo circa 50 giorni e garantiscono almeno 2 raccolti a distanza di 15 – 20 giorni. Al 2° raccolto si possono estirpare le piante.
Fagioli Borlotti nani
Tra tutte le varietà di fagioli nani preferiamo i Fagioli Borlotti nani perché sono precoci nella produzione di baccelli.

I fagioli nani Borlotti devono essere seminati in aiuole non pacciamate (“a terra nuda”) e quindi bisogna ricorrere alla zappatura superficiale del terreno (vedi paragrafo) e successivamente alla sarchiatura periodica (vedi paragrafo), che può essere limitata ai primi periodi di crescita delle piante, perché poi le stesse piante con il loro fogliame contrastano le erbe infestanti).
Questa varietà di fagioli deve essere seminata nel mese di maggio.
Per avere la sicurezza di germinazione e sopravvivenza delle piante si consiglia eseguire la semina in coltura protetta (vedi paragrafo) e quando le piantine raggiungono l'altezza di 10-15 cm (cioè dopo 11-12 giorni) si possono trapiantare nel terreno.
Si ricorre al trapianto in file, facendo con una zappetta a cuore un solco nel terreno, depositando dentro al solco le piantine a circa 15 cm di distanza l'una dall'altra ed infine ricoprendo manualmente le loro radici con la terra.
La distanza tra le file deve essere di circa 30 cm.
E' consigliabile trapiantare le piantine in una settimana piovosa, oppure innaffiarle a giorni alterni per una settimana.
La produzione inizia dopo 2 mesi e dura solo 1 mese. Poi si possono estirpare le piante.
Per utilizzarli per il consumo fresco: i baccelli devono essere raccolti ben maturi, prima che ingialliscano e nelle ore più calde (per ridurre l'umidità)
Per utilizzarli per la conservazione: i baccelli devono essere raccolti ormai secchi e nelle ore più calde (per ridurre l'umidità), quindi si sgranano (mettendoli in un sacco di juta e sbattendoli ripetutamente per terra), quindi si mettono in un sacchetto di plastica in freezer per 24 ore per distruggere il tonchio (che è un piccolo scarafaggio che distrugge i fagioli) ed infine si conservano in un grande barattolo di vetro ben chiuso ed a temperatura ambiente per almeno 2 anni.
Non possono essere mangiati crudi, in quanto contengono una sostanza tossica (fasina).